Sono trascorsi 80 anni da quando la porta della Casa, vicina al Santuario della Madonna delle Lacrime in Trevi (PG), si è aperta per la prima volta, per lasciare entrare “ragazze” con a carico varie disabilità, accompagnate da alcune suore della Sacra Famiglia di Spoleto e dalla loro Madre Generale, così da dar vita al sogno di don Pietro Bonilli, sacerdote e Fondatore dell'Istituto religioso: creare un'Opera “monumento” della carità, per dare famiglia a chi non ha famiglia.
Per ricordare un po' di storia....
Dal momento dell'apertura della Casa, in breve tempo, le richieste sono pervenute da ogni parte d'Italia e sono diventate sempre più numerose, al punto che la struttura si è dovuta ampliare e ristrutturare, per poter offrire accoglienza a tutte.
La disabilità è una condizione umana che rende la persona incapace di gestirsi, bisognosa di assistenza amorosa e molte suore, con pazienza hanno cercato di dare loro una possibilità di recupero.
Non potendo seguire lo stesso percorso, le ospiti sono state divise e mandate in altre strutture idonee, lasciando a Trevi le più giovani, per le quali si è aperta una scuola speciale, diretta da suore preparate che sono riuscite a insegnare a leggere e a scrivere, con amore e dedizione: lavoro prezioso per far emergere le potenzialità nascoste e far vivere loro una vita quasi normale.
Molte suore si sono susseguite, nel tempo, in questo prezioso lavoro. Anche con la chiusura di tutte le scuole speciali non è cessata l'opera educativa verso le ospiti, ma è continuata mediante l'apertura di laboratori di didattica, artistico-manuali, teatrali e attività motoria, seguiti da persone esperte e con programmi personalizzati. Non è stata neppure trascurata la formazione cristiana e spirituale.
Queste e molte altre cure, in particolare intrise di amore materno, sono tuttora presenti, e non solo nelle religiose, ma anche nelle collaboratrici laiche che, oltre al lavoro di “recupero psicologico”, considerano la loro una vera e propria missione.
Le suore, le ospiti e il personale attualmente presenti fanno quindi memoria di questi 80 anni per ringraziare Dio e il Beato Piero Bonilli, che ha aiutato a mantenere sempre alto l'ideale: dare famiglia – costruire famiglia– essere vicine agli ultimi.