Era il 13 maggio 1888, quando, in uno sconosciuto lembo della terra umbra, Cannaiola (PG), nasceva l’Istituto delle Suore della S. Famiglia di Spoleto. Oggi sappiamo cos’è un Istituto religioso femminile e, proprio per questo, forse non cogliamo pienamente la forza e la meraviglia di questo inizio, avvenuto in un’epoca in cui la vita religiosa femminile apostolica non aveva ancora ricevuto dalla Chiesa la strutturazione definitiva (avvenuta con la costituzione apostolica di Leone XIII Conditae a Christo del 1900 e le Normae del 1901). Fino al 1900, infatti, l’unica forma di vita consacrata femminile approvata era la clausura, mentre quelle comunità di donne consacrate che vivevano a contatto con la gente, dedicandosi all’apostolato e alla carità, non erano ben viste dai più e soprattutto non erano ancora riconosciute ufficialmente come vita religiosa dalla Chiesa.
Don Pietro in realtà non aveva l’intenzione di fondare un Istituto, infatti dal 1879 circa era alla ricerca di Suore della S. Famiglia, fondate da altri, che potessero far parte dell’Opera della S. Famiglia per diffonderne le glorie e le virtù tra le famiglie e che dal 1884 potessero aiutarlo a prendersi cura degli orfani e delle orfane da lui accolte a casa sua. Però, andati a monte diversi tentativi di ottenerle, accolse la disponibilità di 4 ragazze che lo aiutavano, le formò e il 13 maggio 1888 queste giovani si consacrarono a Dio, nell’umile e nascosta chiesa di Cannaiola. Grande festa!!! E Pietro Bonilli divenne Fondatore, per grazia di Dio e per amore! Gettò un piccolo seme di cui, probabilmente, neanche lui immaginava la potenzialità, soltanto si fidò di Dio e, per amore della gioventù abbandonata e delle famiglie, accettò il dono e la sfida di divenire “padre” di un nuovo Istituto religioso. Lui stesso scriverà che la fondazione non fu tutta rose e fiori, le spine infatti non mancarono, ma quel seme ebbe una potenza tale che presto tante giovani si unirono alle prime e l’Istituto si diffuse velocemente in tutta Italia, finanche in Libia, mentre lui era ancora in vita, secondo il suo sogno missionario accarezzato sin dalla gioventù. Pietro Bonilli ebbe l’intelligenza, il rispetto, la lungimiranza e l’umiltà, sin dai primi anni della costituzione della Famiglia Religiosa, di mettere al governo una Madre generale e le sue Consigliere, mentre lui era ancora in vita ed in piena attività, favorendo così la crescita sapiente delle sue Suore e rimanendo a fianco di esse come Padre premuroso, esigente e amorevole insieme.
In 133 anni di storia, l’Istituto ha visto fasi alterne, ha attraversato due guerre mondiali, con tutte le conseguenze, e due pandemie (la spagnola mieté tante giovani vittime tra le Suore); ha superato le fatiche e le incertezze degli inizi, il consolidamento delle opere e della struttura interna, la primavera del Concilio Vaticano II, con le sue ventate di speranze e di qualche defezione, la riscoperta delle origini carismatiche in vista della beatificazione del Bonilli nel 1988, l’apertura missionaria e il cammino verso dell’internazionalità e l’interculturalità…
È un Istituto con pregi e difetti, sempre a lavoro per crescere e migliorarsi, che attinge la forza vitale per il cammino dalla contemplazione del Mistero della S. Famiglia di Nazaret e ha come faro il beato Pietro Bonilli, che orienta i suoi passi lungo le strade della vita con i suoi ideali di apostolato per le famiglie e di carità per i più poveri.
Benediciamo il Signore per tante grazie, per tutte le Suore della S. Famiglia che nel corso degli anni hanno arricchito e reso splendente il carisma nazareno bonilliano, per tutti i Laici e i Missionari Bonilliani che, tramite le Suore, hanno scoperto tale carisma e l’hanno abbracciato, secondo la propria vocazione, per viverlo e diffonderlo con lo stesso entusiasmo.