L'8 settembre per la Famiglia Nazareno-Bonilliana, è una data miliare, perchè "l'Opera della Sacra Famiglia" di don Pietro Bonilli, iniziò in quel giorno del 1884. In effetti, l'ispirazione si fece forte nel cuore di don Pietro il giorno prima, ma volle iniziare tutto il giorno seguente, proprio perchè festa della Natività di Maria. Di cosa stiamo parlando? Meglio lasciarlo raccontare direttamente a don Pietro ...
“Era il 7 Settembre, p.p. prima Domenica del mese che coincideva con la vigilia della Natività della Vergine.
Da gran tempo andavo ravvolgendo nell’animo di fare qualche tentativo a beneficio della gioventù abbandonata della campagna; ma i contrasti, gli ostacoli, l’incapacità mia, la mancanza soprattutto di mezzi me ne avevano sempre distolto. In quel giorno l’idea vagheggiata venne ad occuparmi più profondamente durante la S. Messa. L’Evangelo di quella Domenica (era la XIV dopo la Pentecoste) pareva espressamente dettato per confortarmi all’impresa, anzi per decidermi subito all’opera. Diceva infatti così: « Non vi prendete affanno né di quello onde alimentare la vostra vita, né di quello onde vestire il vostro corpo … Guardate gli uccelli dell’aria … guardate i gigli del campo … Non vogliate dunque angustiarvi, dicendo: cosa mangeremo, cosa berremo o di che ci vestiremo? Imperocché tali sono le cure dei gentili. Ora il vostro Padre del Cielo sa che di tutte queste cose avete bisogno. Cercate dunque in primo luogo il regno di Dio e la sua giustizia, e avrete di sovrappiù tutte queste cose». Dopo la lettura di queste divine parole, il partito era preso: dissi: voglio cominciar l’opera; non senti ciò che dice Gesù Cristo: cerca prima il suo regno, che è la carità, e le buone opere, e al resto provvederà Lui?
Eravi in parrocchia un figliuolo, il più povero, il più abbandonato, il più sventurato che mai si trovasse. […] Si vedeva andare pel paese sparuto, macilento, stracciato, schivato da tutti come un essere ributtante; faceva proprio compassione! Su questo figlio infelice si rivolsero i miei sguardi per dar principio all’opera. Se questa doveva provvedere ai giovani poveri, abbandonati, orfani, questo era in condizione così lacrimevole, che altri difficilmente si poteva trovare che l’eguagliasse. Volli aspettare il giorno seguente per chiamarlo, essendo sacro alla Natività della Madonna, onde cominciare sotto gli auspici di Lei. In quest’anno quella festa era molto solenne, giacchè il S. Padre aveva accordato indulgenze e privilegi a chi vi avesse preso parte. Mi pareva che nella mia piccolezza il dar principio in tal giorno ad un’opera di carità dovesse tanto piacere alla Madonna, e questo modo di solennizzare la sua festa dovesse tornar tanto gradito al suo cuore tutto pietà e misericordia.
Chiamai dunque l’orfanello e usando quelle espressioni che mi potevano far trovare le vie del suo cuore, gli esposi che Iddio benedetto se l’aveva privato del padre e della madre, non l’aveva però abbandonato sulla terra; l’amorosa sua provvidenza lo teneva sempre tra le sue braccia e in quel giorno lo portava a me, perché gli avessi fatto da padre; venisse dunque in mia casa, chè con lui avrei diviso il mio pane; gli avrei dato per Protettori i tre SS. Personaggi della Casa Nazzarena: Gesù, Maria e Giuseppe […].
Lo feci accostare ai SS. Sacramenti della Confessione e della Comunione, onde purificata l’anima, la S. Famiglia l’accogliesse sotto il suo manto e lo riempisse d’ogni grazia. In quel giorno dunque, 8 settembre 1884, furono nel silenzio gettate le prime basi dell’Opera della S. Famiglia, in quel giorno fu sparso il primo seme di quella istituzione per la gioventù abbandonata della campagna. Io ho in animo di dar molti compagni a quest’orfano, occuparmi anche delle orfane; ma come posso fare io povero parroco, senza mezzi, senza influenza, senza talenti? Tutta la mia speranza è in Gesù, Maria, Giuseppe e nella generosità delle persone …”[1]
Caro padre, beato Pietro Bonilli, hai riposto bene la tua speranza, perchè quell'Opera della S. Famiglia nel tempo si è ampliata, ha cambiato nomi, servizi ... ma è qui, ancora viva e attuale nell'unione tra le Suore, i Laici e i Sacerdoti che si riconoscono nei tuoi ideali e insieme si fanno promotori e cooperatori di famiglia e carità! Ti benediciamo, caro padre, per aver dato ascolto a quell'ispirazione e aver dato inizio all'Opera, fidandoti della Provvidenza Divina e della generosità della gente, aiutaci a fare lo stesso, oggi e sempre. Amen
[1] P. BONILLI, L’opera della S. Famiglia, in La Sacra Famiglia, periodico, dic. 1884, Archivio storico delle Suore della S. Famiglia di Spoleto, pp.144-147