Sono una ragazza del gruppo Gio.Na. (Gioventù Nazarena) e in queste poche righe cercherò di raccontare cosa mi spinge a definirmi 'serva inutile'. Lo scorso 11 gennaio 2023 ho spiccato il volo verso l'Africa, in Costa D'Avorio, per l'esattezza presso le Comunità delle nostre care Suore della Sacra Famiglia di Spoleto (in Abidjan e a Odienné), per un antico desiderio di vivere un’esperienza missionaria. Sono atterrata di nuovo in Italia il 22 febbraio. Son partita senza precise aspettative, ma con l’atteggiamento di chi va da “povera” in mezzo ai poveri, bisognosa e fiduciosa, mettendomi sin da subito nelle mani del Signore. Solo adesso mi rendo conto di quanto Amore si possa ricevere dal nostro Padre semplicemente offrendo il nostro atto di fede. Dal viaggio di andata a quello di ritorno non mi sono mai sentita, e non sono mai stata, da sola. Ciò che ho trovato è stato molto calore dato e ricevuto, oltre che dai 30° e più, anche da tutte le persone che ho conosciuto e incontrato, dai loro sguardi, dai loro sorrisi, dalla loro accoglienza, dal loro spirito di famiglia.
Mi sono sentita come quando un figlio, abitando lontano dai propri genitori e parenti, torna dopo mesi a casa e viene travolto dalle attenzioni, dagli affetti, dalle premure di ogni componente della famiglia! Ho trascorso la maggior parte dei giorni a Odienné, dove le nostre Suore gestiscono un Centro Sanitario "Centro de Santé Pietro Bonilli" , costituito da vari ambulatori (dottore, infermiere, sage-femme, sala per ecografie), da una farmacia e dal centro nutrizionale. In più vi è la Pouponnière Arc-en-ciel che ospita 15 bambini orfani di madre o abbandonati, fino a 2 anni di età. Un posto in cui c'è tanto da fare, tanto da aiutare, ma per il quale la mia prima reazione è stata una paralisi; paralisi di idee, paralisi di fatti. Gli unici strumenti che riuscivo a mettere a disposizione erano il mio sorriso, la mia presenza e la voglia di condividere lo stesso amore che ricevevo da loro, attraverso lo Spirito. Ecco perché mi sono definita 'serva inutile'.
E come tale, con disponibilità e semplicità, superando al meglio la difficoltà della lingua, mi sono adoperata in quel che potevo soprattutto in farmacia, visto che sono farmacista, ma anche con i piccoli tesori dell’Arc-en-ciel, infatti ho trascorso tutti i pomeriggi cercando di regalare loro un tempo, seppur piccolo, di amore attraverso il gioco; accompagnandoli, quando c'è stato bisogno, in ospedale; imboccandoli al momento della 'pappa'. Insomma, mi sono sentita madre adottiva per un mese. Sono anche andata con le Suore a visitare le famiglie dei bambini che sono stati accolti negli anni passati … è bello che le Suore continuino ad occuparsi di questi piccoli, anche quando ritornano nelle loro famiglie di origine.
Ho dato una mano in cucina, ho fatto la spesa con le Suore e ho “sbirciato” in laboratorio analisi, imparando nuove cose, grazie all'attenzione del responsabile. Ho visitato alcuni villaggi nei dintorni di Odienné, venendo a contatto con le realtà più povere della zona. Infine, ho pregato, meditato, partecipato con tutta me stessa ai vari momenti della comunità di Odiennè, Ho sentito tutta la grandezza del nostro Gesù nella mia piccolezza, nella mia debolezza. Non conoscevo bene il francese, ero 'bianca' e italiana, per questo "inutile", sebbene non sia mai stata esclusa; ho provato a portare l'amore del Signore, quindi per questo "serva". Una grande consapevolezza che mi ha lasciato questa esperienza è che un atto di fede è una promessa di libertà verso se stessi e verso il prossimo!
Gloria Leanza