Oggi, 1 Maggio 2020, la liturgia celebra la memoria di S. Giuseppe lavoratore. Per noi, nazareno-bonilliani, questa è una festa di famiglia, che viviamo facendo riecheggiare le parole del beato Pietro Bonilli, che scriveva in un'epoca di forti cambiamenti sociali, in cui il lavoratore passava dalle campagne alle città con la nascita dell'industria. Così scriveva:
"La messe è grande, gli operai sempre più si diradano; i bisogni stringono, le anime si perdono; dunque, coraggio, mano all’impresa; e l’impresa è l’impianto dell’Opera delle campagne, uno di quei mezzi di salute, che posto bene in esecuzione, potrà aiutar molto quella classe rurale, che forma la maggioranza del popolo Italiano.
Da qualche anno si viene agitando la così detta questione agricola; certa gente, che sembra spasimare pel bene del popolo, se n’è preoccupata, e, veramente, se le questioni si dovessero risolvere a forza di chiacchiere, di progetti, di studi, di stampe, di commissioni, seguite dagli indispensabili pranzi, anche la questione agricola sarebbe stata risoluta da un pezzo, e i contadini starebbero adesso in un paradiso terrestre, ma siccome per risolvere questioni di fatto, come appunto è quella agricola, ci voglion fatti e non parole, così dopo tanti sproloqui e tanti volumi stampati, il contadino è rimasto più povero e disperato di prima.
Dunque sarebbe tempo di venire all’opera; […] fa d’uopo rivolgersi a quelle opere, che sempre furono trovate efficaci, utili e durature: e queste, la sola Religione Cattolica le sa ispirare, impiantare e conservare. L’Opera delle campagne mi sembra che vada fornita di queste doti, e ad essa mi son rivolto e ad essa intendo dedicarmi. Non presumo di far bene, né molto; riconosco il mio nulla. Mi basterà battere e ribattere questo punto: che l’unica via a migliorar le sorti del povero, dell’ignorante, dell’operaio, del contadino è la Religione, la Carità, la Scienza e l’Industria cattolica; fuori di questa, non vi son che utopie, o peggio, tradimenti e perversioni; mi basterà di unire le mie deboli braccia a quelle poderose ed energiche di tanti valorosi cattolici, che sì strenuamente vengono lavorando al bene della società: vis unita fortior […]" (PIETRO BONILLI, Bollettino Nazareno, supplemento al periodico La S. Famiglia, Gennaio 1886, pp. 1-2)
"S. Giuseppe è il modello dell’operaio. Egli conosceva d’essere di stirpe regia, eppure in un misero oscuro villaggio, da mane a sera, nella sua botteguccia attendeva al faticoso suo mestiere di fabbro. […] È un fatto che la condizione dell’operaio è resa in molti luoghi tristissima […]. Cresciute le difficoltà della vita, anche l’operaio onesto, buono, paziente si trova a durissime strette. Certamente se tutti indistintamente gli operai invocassero S. Giuseppe, modello dell’operaio e cercassero di conformarsi a Lui nel proprio stato, risparmierebbero alla Società le nuove angustie che li minacciano, e farebbero, col proprio vantaggio, quello della società tutta intera. Speriamolo ed impetriamolo dal Patrocinio di S. Giuseppe." (DON PIETRO BONILLI, La Sacra Famiglia, 15 Aprile 1898, pp. 85-87)
Anche la nostra è epoca di grandi cambiamenti e l'epidemia che sta imperversando in questi giorni non aiuta di certo i lavoratori. Pertanto, anche noi, come Papa Francesco ha chiesto oggi, e insieme al beato Bonilli eleviamo la nostra preghiera a S. Giuseppe, affinchè provveda ad ogni lavoratore ciò che necessita per poter far vivere degnamente la propria famiglia.
Infine, oggi ricorrono 19 anni dell'A.L.Bo. (associazione laici bonilliani), parte importante della Famiglia Carismatica: auguri e preghiera! La S. Famiglia vi renda sempre più seme fecondo di bene e familiarità nella società in cui viviamo.